L’area archeologica di Via Casimiro

Le tracce dell’antica città romana

Indirizzo

via Casimiro Brindisi, Puglia

GPS

40.638983626509, 17.945871949196

L’area archeologica di Via Casimiro

La storia di Brindisi nelle sue fondamenta.

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L’area archeologica di epoca romana di via Casimiro, in angolo con via de’ Muscettola, si inserisce in un più ampio contesto archeologico limitrofo, che interessa principalmente l’area rinvenuta di recente presso Palazzo Nervegna, senza dimenticare come la costruzione del Nuovo Teatro Verdi, a brevissima distanza dal sito, nel 1964 abbia portato alla luce l’area archeologica di epoca Romana di S. Pietro degli Schiavoni, di circa 4.800 mq.

Nel 1957, durante la costruzione dell’Istituto Autonomo Case Popolari, vennero alla luce i resti di un edificio pubblico di epoca romana imperiale (prima metà del II sec. d.C.) e i pavimenti di edifici abitativi di epoca repubblicana (II – I sec. a.C.).

Gli scavi, terminati nel 1959, non furono eseguiti con metodo di scavo stratigrafico, in quanto ‘seguirono i muri’ distruggendo i livelli di età medievale. Durante gli sterri furono recuperati solo pochi reperti, oggi conservati presso il Museo Archeologico “F. Ribezzo”, tra cui un sarcofago vetero-cristiano in pietra palestinese finemente decorato con croci a rilievo, con una parte della lastra di copertura ed una lastra votiva decorata risalente al VII secolo.

Furono anche recuperati numerosi reperti ceramici di età romana, tra cui anfore e lucerne, ed una testa statuaria di marmo di età antonina attribuita ad Antinoo, custodita nel Museo Archeologico Nazionale di Taranto. Gli studiosi, tuttavia, sono oggi propensi a riconoscere Lucio Vero in età giovanile piuttosto che Antinoo. La testa si data – così come i ritratti dello stesso tipo conservati alla Galleria degli Uffizi di Firenze e nel Museo di Olimpia – intorno al 150 d.C. I resti archeologici messi in luce, salvaguardati e lasciati a vista grazie alle modifiche apportate al progetto di costruzione dell’edificio, sono da attribuire ad un porticato, ma non è possibile identificare l’edificio pubblico di appartenenza attraverso la sola lettura planimetrica del complesso e lo studio degli elementi architettonici rinvenuti nel corso dello scavo. L’identificazione dell’edificio potrà essere consentita solo dall’estensione dell’indagine.

I resti archeologici portati in luce furono lasciati a vista realizzando parziali coperture dell’area archeologica con un porticato alla base del nuovo palazzo dell’IACP ed uno stretto cavalcavia su via Casimiro. Oggi dalla ringhiera perimetrale posta in via Casimiro e via de Muscettola è possibile scorgere i resti di una piazza porticata e di un tempio di età imperiale, di cui si conservano una parte del frontone ornato con maschere teatrali e colonne tortili che poggiano su basamenti quadrati con zampe ferine.

Nell’area sono anche visibili anche i resti pavimentali degli edifici di età romana rinvenuti negli anni Sessanta, posti a quote diverse e risalenti ad epoca repubblicana e ad epoca imperiale. Il pavimento di età repubblicana è realizzato in opus signinum, con tessere bianche, nere e policrome e motivi con conchiglie disposte a spirale riempite da pasta vitrea colorata; il pavimento di età imperiale è posto a –1.60 metri ed è realizzato in cocciopesto.

I pavimenti visibili sul lato a ovest, dove è il cancelletto d’ingresso, consistono in cocciopesto decorato da scaglie (scutulae) bianche di forma irregolare e da scaglie colorate, disposte su file regolari. Sono riquadrati da una soletta in cemento che ne rettifica i limiti. Il motivo decorativo del riquadro centrale, raffinato e prezioso, lascia ipotizzare la pertinenza al triclinio (locale in cui veniva servito il pranzo) della domus romana.

Alla destra di questo pavimento, a chiudere l’area archeologica ad oriente, è visibile una muratura costituita da grossi blocchi di tufo bene squadrati, che fanno da base ad un muro del tipo listato, dove è ricavata una apertura successivamente chiusa.

L’area archeologica di via Casimiro è situata nel centro storico di Brindisi, nel settore che in età romana si estendeva alle pendici meridionali dell’arx (corrispondente alla collina che si affaccia sul Seno di Ponente), destinata, sin dalle prime fasi di vita della colonia latina, agli edifici religiosi, commemorativi, onorari o pubblici.

La datazione della fase principale dell’edificio monumentale di via Casimiro alla prima metà del II secolo d.C. testimonia, con altre recenti scoperte, il rinnovamento urbanistico della città in età traianea, conseguente alla costruzione dell’Appia Traiana.

Nella letteratura archeologica relativa a Brindisi romana, per l’area archeologica in passato si aveva solo la menzione dei resti monumentali di età imperiale e non dei pavimenti sottostanti, attribuibili invece ad una destinazione abitativa dell’area in età tardo-repubblicana, cancellata dalla costruzione dell’edificio pubblico forse già nel corso del I secolo a.C., in relazione alla riorganizzazione urbana testimoniata da un importante documento epigrafico, in cui si elencano gli interventi del magistrato locale C. Falerius Niger . A quest’epoca riporta anche la datazione di alcuni elementi architettonici rinvenuti nel corso dello scavo.

Note bibliografiche:

– Regione Puglia, La Carta dei beni culturali pugliesi, http://cartapulia.it
– A. Cocchiaro, L. Masiello, M.T. Giannotta, G. Quarta, Brundisium. Recenti rinvenimenti di sectilia e tassellati pavimentali, in Atti dell’VIII Colloquio dell’AISCOM (Firenze 2001), Ravenna 2001, pp. 669-688
– A. COCCHIARO, in A. COCCHIARO-G. ANDREASSI, La necropoli di via Cappuccini a Brindisi, Fasano 1988, p. 19
– E. Lippolis – I. Baldini Lippolis, La formazione e lo sviluppo del centro urbano di Brundisium. Aspetti e problemi della ricerca, in Taras 17, 2, 1997, pp.305-353


The Archeological Area in Via Casimiro

The history of Brindisi in its foundations.

The Archeological area in via Casimiro, on the corner with via de’ Muscettola, is part of a wider neighboring archaeological context, which mainly affects the area recently discovered at Palazzo Nervegna, without forgetting how the construction of the New Verdi Theater, at a very short distance from the Cavea, in 1964 it brought to light the archaeological area of ​​the Roman era of S. Pietro degli Schiavoni, of about 4,800 square meters.

In 1957, during the construction of the Autonomous Institute of Popular Houses, the remains of a public building from the Imperial Roman era (first half of the 2nd century AD) and the floors of residential buildings from the Republican era (2nd – 1st century BC) came to light.
The excavations, which were completed in 1959, were not carried out with the stratigraphic excavation method, as they ‘followed the walls’ destroying the medieval levels. During the excavations only a few artifacts were recovered, today preserved at the Archaeological Museum “F. Ribezzo”, including an Old Christian sarcophagus in Palestinian stone finely decorated with crosses in relief, with a part of the cover plate and a decorated votive plate dating back to the 7th century.
Numerous Roman ceramic finds were also recovered, including amphorae and oil lamps, and a statuary marble head from the Antonine age attributed to Antinous, kept in the National Archaeological Museum of Taranto.

Scholars, however, are now inclined to recognize Lucio Vero at a young age rather than Antinous. The head is dated – as well as the portraits of the same type preserved in the Uffizi Gallery in Florence and in the Museum of Olympia – around 150 AD. The archaeological remains brought to light, safeguarded and left exposed thanks to the changes made to the construction project of the building, are to be attributed to a portico, but it is not possible to identify the public building to which it belongs through the sole planimetric reading of the complex and the study of the architectural elements found during the excavation. The identification of the building will be allowed only by the extension of the investigation.

The archaeological remains brought to light were left exposed by making partial covers of the archaeological area with a portico at the base of the new IACP building and a narrow overpass on Via Casimiro. Today from the perimeter railing located in via Casimiro and via de Muscettola it is possible to see the remains of a porticoed square and a temple of the imperial age, of which a part of the pediment decorated with theatrical masks and twisted columns resting on square bases with feral paws.

Also visible in the area are the floor remains of Roman buildings found in the 1960s, located at different altitudes and dating back to the Republican and Imperial periods. The republican floor is made of opus signinum, with white, black and polychrome tesserae and motifs with shells arranged in a spiral filled with colored glass paste; the imperial floor is placed at -1.60 meters and is made of cocciopesto.

The floors visible on the west side, where the entrance gate is, consist of cocciopesto decorated with irregularly shaped white flakes (scutulae) and colored flakes, arranged in regular rows. They are framed by a concrete slab that rectifies their limits. The decorative motif of the central panel, refined and precious, suggests the relevance to the triclinium (room where lunch was served) of the Roman domus.

To the right of this floor, to close the archaeological area to the east, you can see a wall made up of large blocks of well-squared tuff, which form the basis of a wall of the listed type, where a subsequently closed opening is obtained.

The archaeological area of ​​Via Casimiro is located in the historic center of Brindisi, in the sector that in Roman times extended to the southern slopes of the Arx (corresponding to the hill overlooking the Seno di Ponente), destined, from the earliest stages of life of the Latin colony, to religious, commemorative, honorary or public buildings.

The dating of the main phase of the monumental building in Via Casimiro to the first half of the 2nd century AD testifies, with other recent discoveries, to the urban renewal of the city in the Trajan age, following the construction of the Appia Traiana.

In the archaeological literature relating to Roman Brindisi, for the site in the past there was only the mention of the monumental remains of the imperial age and not of the floors below, attributable instead to a residential use of the area in the late Republican age, canceled by the construction of the public building perhaps already during the first century BC, in relation to the urban reorganization testified by an important epigraphic document, which lists the interventions of the local magistrate C. Falerius Niger. At this time also reports the dating of some architectural elements found during the excavation.

Bibliographic notes:

– Regione Puglia, La Carta dei beni culturali pugliesi, http://cartapulia.it
– A. Cocchiaro, L. Masiello, M.T. Giannotta, G. Quarta, Brundisium. Recenti rinvenimenti di sectilia e tassellati pavimentali, in Atti dell’VIII Colloquio dell’AISCOM (Firenze 2001), Ravenna 2001, pp. 669-688
– A. COCCHIARO, in A. COCCHIARO-G. ANDREASSI, La necropoli di via Cappuccini a Brindisi, Fasano 1988, p. 19
– E. Lippolis – I. Baldini Lippolis, La formazione e lo sviluppo del centro urbano di Brundisium. Aspetti e problemi della ricerca, in Taras 17, 2, 1997, pp.305-353