Punta del Serrone

Un Geo-parco e area marina testimone di tanti naufragi

Indirizzo

SP41, 63, 72100 Brindisi BR

GPS

40.674404, 17.94493

Il luogo di tanti naufragi del passato

Geo-parco e area marina di interesse archeologico, luogo di numerosi naufragi e di ritrovamento dei Bronzi di Brindisi.

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Il geo-parco di Punta del Serrone si sviluppa sul territorio costiero a nord di Brindisi, con una estensione di 23 ettari di proprietà del demanio della Marina Militare, oggi area protetta curata dal Comune di Brindisi, ed è costituito da un’ampia distesa di scogli con vegetazione spontanea, con varie essenze autoctone della macchia mediterranea, alcune delle quali in pericolo di estinzione.

Il geo-parco è caratterizzato da campi di rocce solcate da profonde scanalature, detti campi carreggiati, un complesso morfologico dovuto alla dissoluzione della piattaforma costiera ad opera di variazioni della linea di battigia. Le scogliere si adagiano in mare lentamente, ancora a notevole distanza dalla costa la profondità è lieve, e proprio questa caratteristica in passato ha causato molti naufragi, tanto da essere ritenuta area marina di interesse archeologico.

Non è un caso che proprio in queste acque nel 1992 furono ritrovati i Bronzi detti di Punta del Serrone, custoditi presso il Museo Archeologico “F. Ribezzo” di Brindisi, ritrovamento che Sabatino Moscati definì come la più grande scoperta archeologica dell’estate nella rivista Archeo. Si trattava del ritrovamento di centinaia di reperti, in gran parte bronzei.

Dal catalogo dei materiali recuperati ritroviamo due statue, di cui una raffigurante Lucio Emilio Paolo, (fig. 1) il console romano che nel 168 a.C. trionfò nella guerra di Macedonia, e l’altra un civis romanus nelle vesti di togato; a queste si aggiungono due teste di personaggi con barba fluente, che riprendono il tipo figurativo del filosofo, databili fra il IV e il III sec. a.C.; due teste-ritratto di personaggi maschili di età imperiale romana, l’uno appartenente alla famiglia Giulio-Claudia dei primi decenni del I sec. d.C., e l’altra che presenta forti somiglianze con l’imperatore Caracalla; due immagini femminili di III-IV sec. d.C., oltre ad un’ala pertinente ad una statua di Vittoria (Nike), a numerosi frammenti di arti inferiori e superiori e a frammenti di panneggi.

Siamo quindi in presenza di un carico eterogeneo dal punto di vista cronologico, un carico di sculture smembrate già al momento dell’imbarco, come confermano le tracce di demolizione meglio evidenziate dalle operazioni di restauro, ma anche un carico che doveva comprendere qualche statua pressoché integra, frammentatasi presumibilmente durante il viaggio. E’ questo il caso della scultura raffigurante il console romano Lucio Emilio Paolo, con i due pezzi ricomposti durante le operazioni di restauro: il torso e la testa, recuperati in due punti diversi dello scavo. Probabilmente l’imbarcazione, colta da forti mareggiate, causò la caduta in mare della statua, frammentandosi in più pezzi rotolati in mare in momenti diversi, arenandosi sui fondali. Un carico di indubbio pregio artistico, anche se alcuni studiosi ritengono che dovesse essere destinato a qualche fonderia per essere fuso e riutilizzato. Forse il carico si rivelò troppo pesante per una imbarcazione che, probabilmente, venne sorpresa da condizioni avverse perdendo parte del carico, o se ne liberava in parte, per alleggerire il peso. Non ci sono, in proposito, tesi certe.

Non meno importanti sono le presenze vegetazionali nel geo-parco, molte delle quali rare e protette dalla Direttiva Habitat, come le salicornie annuali, incluse nell’habitat Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-atlantici, o il limonio virgato, incluso nell’habitat Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp. Endemici, o ancora l’habitat di gariga.

Da segnalare, infine, alcune strutture di difesa della costa risalenti alla prima guerra mondiale, ed in particolare la Batteria Menga (fig.2), realizzata nei primi del ‘900.

Note Bibliografiche:

– www.provinciadibrindisi.it, sito istituzionale della Provincia di Brindisi


The site of many shipwrecks of the past

Geo-park and marine area of archeological interest. Place for shipwrecks and of discovery of Brindisi bronzes.

The geo-park of Punta del Serrone is spread over the northern coastal area of Brindisi, with an extension of 23 hectares. It is state property of the Navy and today it is a protected area preserved by the Municipality of Brindisi. It consists of a wide expanse of rocks with spontaneous vegetation, composed by various native species of Mediterranean scrub, some of them in danger of extinction.

The geo-park is characterized by rocks carved with deep groves called “wheel ruts”. This morphologic complex is due to the dissolution of the coastal platform, because of the variation of the shoreline. The cliffs lie in the sea smoothly, and the lack of depth of the sea, even far from the coast, led to the shipwreck of numerous vessels. This is the reason why the area is of archeological interest.

It is not coincidence that in these waters, in 1992, Punta del Serrone’s bronzes were found. They are hundreds of artifacts, mostly in bronze, today cherished in the Archeological Museum of Brindisi “F. Ribezzo”. The finding was considered by Sabatino Moscati “the greatest archeological discovery of the summer”, as he claimed in the Acheo magazine.

The catalogue of the rescued artifacts includes two statues, depicting respectively: Lucio Emilio Paolo (fig. 1), roman consul who, in 168 B.C., won the Macedonian war; a civis romanus, in the guise of a toga. In addition to these there are two heads with flowing beards, reflecting the typical image of a philosopher, dated between the IV and the III century B.C. Moreover, there are two heads representing male characters from the Roman Age; the first one belongs to the Julio-Claudian family, dating the first decades of the I century B.C.; the second one is remarkably similar to the emperor Caracalla. Other findings concern two feminine images (III-IV century D.C.), a wing belonging the statue of Vittoria (Nike), numerous fragments of lower and upper extremities, and fragments of draperies.

Therefore, we are in presence of a chronologically heterogeneous shipment of sculptures, already dismembered at the time of boarding. Effectively, this claim is confirmed by traces of dismantiling as emeged from the restoration process. Nonetheless, the shipment should include also some intact statue, probably shattered during the trip. This is the case of the sculpture depicting the Roman consul Lucio Emilio Paolo, which two parts were assembled during the restoration process: the torso and the head, found in two different spots of the excavation. It is likely that the vessel, hit by the storm, provoked the fall of the statue, which fragments fell overboard at different times, running itself on the seabed. The shipment has unwavering artistic value, notwithstanding the hypothesis of some scholars who believe that it was intended to be melted and reused. Possibly, the shipment was too heavy for a vessel which was likely surprised by adverse conditions. So, perhaps the boat lost part of its shipment or, alternatively, it got rid of the cargo to lighten its own weight. There are no certainties to this regard.

No less important is the vegetation of the geo-park, consisting of some rare species protected by the Habitat directive. Those are: the annual Salicornia, included in the habitat “Mediterranean and thermo-Atlantic halophilous scrubs”; the limonio virgato, part of the habitat “Vegetated sea cliffs of the Mediterranean coasts with endemic Limonium spp.”; the habitat of gariga.

Finally, are to be reported some defensive structures dating back to the First World War, particularly the “Menga battery” (fig. 2) built in the first years of the XX century.

Bibliographic notes:

– www.provinciadibrindisi.it, sito istituzionale della Provincia di Brindisi