Via Saponea

Le fabbriche genovesi e albanesi del sapone brindisino

Indirizzo

Via Saponea 72100 Brindisi BR

GPS

40.6346345, 17.9434977

Dove si faceva il sapone

Via Saponea, memoria della presenza delle fabbriche di sapone del XV sec., tra le quali 2 dei genovesi e 1 degli albanesi.

english versionhEnglish Version

Vai alla Gallery

Antico è il toponimo saponea e rimanda all’esistenza di saponerie, ovvero fabbriche di sapone, presenti in città almeno dal tempo degli aragonesi. Strada della saponea, come si chiamava un tempo, dava il nome ad una intera contrada che comprendeva una vasta zona sino ad arrivare a corso Umberto.

Sebbene siano scarsi i documenti che attestano la presenza di mercanti genovesi, è certo che il porto fosse frequentato dalle navi della Repubblica e che nel 1946 delle 3 saponerie che vi erano in città e che adoperavano grande quantità di olio, 2 erano genovesi, tanto che il sapone brindisino dominava il mercato di Costantinopoli e impensieriva la Repubblica di Venezia (N. Vacca). L’altra saponeria era invece gestita dagli albanesi, come relazionato dal governatore Priamo Contarini al Doge di Venezia in occasione della cessione di Brindisi dagli aragonesi ai veneziani, nel 1496, evidenziando che il mercato dei saponi si estendeva, oltre che a Costantinopoli, anche ad altre località turche e ad Alessandria d’Egitto.

A detta del Moricino, poi ripreso dal Della Monaca, nel 1465 il Re Ferrante I d’Aragona concesse importanti privilegi, stabilendo che in tutta la provincia solo a Brindisi si potesse lavorare il sapone, vietandolo in ciascun altro luogo, per dare maggiore possibilità di guadagno alla città.

Note Bibliografiche:

– Alberto Del Sordo, Toponomastica brindisina, il centro storico, Schena ed., Fasano (Br) 1990
– Nicola Vacca, Brindisi ignorata, ed. Vecchi & C., Trani (BA), 1954

 


Where soap was made

Via Saponea, in memory of the presence of soap factories in the XV century. Two of them belonging to the Genoese, and one of them to the Albanians.

The toponymy “saponea” is ancient and recalls the existence of soap factories, present in the city since the Aragon time. The Street of saponea, as was called anciently, gave its name to the entire district, which included a wide area which was extended until Corso Umberto.

Albeit the lack of documents which proves the presence of Genoese merchants, it is confirmed that the port was frequented by ships of the Republic, and that in 1946 there were 3 soap factories, which consumed large quantities of oil. Two of them were property of Genoese, and for this reason the soap of Brindisi dominated the market of Constantinople, worrying the Republic of Venice (N. Vacca). The other soap factory was managed by Albanians, as reported by the governor Priamo Contarini to the Doge of Venice, in occasion of the Brindisi’s territory cession by the Aragonese to the Venetians, in 1496. The governor highlighted that the market of soap was extended beyond Constantinople, until Turkish territories and to Alexandria, in Egypt.

As Moricino says, and then reported by Della Monaca, in 1465 the King Ferrante of Aragon granted important privileges, establishing that the soap could be produced only in Brindisi among the entire province. The prohibition to produce it in other plaices was aimed to assure earning potential to the city.

Bibliographic notes:

– Alberto Del Sordo, Toponomastica brindisina, il centro storico, Schena ed., Fasano (Br) 1990
– Nicola Vacca, Brindisi ignorata, ed. Vecchi & C., Trani (BA), 1954